Lettera ad un Amico

Carissimo Amico dopo aver egregiamente rotto  tutto il mondo per via del jet lag,ora tocca il tuo turno…beh dai ,essendo notte fonda leggerai questa mia domani.Avrei tanto voluto parlarti di New york in maniera approfondita ,non banale ma ho visto solo Manhattan e per pochi giorni.Veramente non ho capito granchè di quel mondo!Per carita’ mi è molto piaciuto, un luccichio da far perdere la testa.Il paradiso del consumismo,il luna park dello shopping,tutto condito da incredibili grattacieli,uno skyline che non mi ha intimorita…Incredibilmente non mi sono mai sentita troppo lontana da casa,non so perchè ma non ho vissuto la metropoli con timore reverenziale,nemmeno con troppo spirito critico…Insomma mi è piaciuta,molto!Sara’ che mi ci sono identificata? ci si puo’ riconoscere in una citta’?non è che staro’ impazzendo?Forse per tutte le contraddizioni che porta in se,il suo animo gentile nascosto dalla follia del caos,il suo cuore verde riconoscibile in central park,la disponibilita’ assoluta di alcune persone  contrapposta allo scostante disinteresse di altre. E i suoi musei, nei quali mi sono trovata a piangere davanti ad un Picasso, all’emozione incontenibile nel vedere la Notte Stellata di Van Gogh e Kandisky e Pissaro,Monet,Salvator Dalì,De Chirico,la Marilyn di Andy Wharol ….Il Guggenheim mi ha lasciato senza fiato come pure il Moma e che dire del Metropolitan?Tutto non sono riuscita a vedere .Ci ritornero’ con l’obiettivo di starci almeno due giorni al Metropolitan.E’ vero tutto grande a NYC ma io ho sentito piu’ oppressione a Milano  che nella big apple.Mi sono sentita assolutamente libera,nonostante mi renda conto che viverci deve essere una impresa impossibile.Poi avevo giurato di non andare a ground zero invece, strenuo tentativo fallito.Anche non volendo inevitabilmente ti trovi a passarci.L’ho visto e sentito lo squarcio e la ferita.Mancano le Torri,nel mio immaginario ancora le vedevo.Ti devo chiedere una cosa tu che conosci bene la citta’  Amico mio.Un pensiero mi frulla per la testa da un po’ di giorni.Nei giorni della mia permanenza mi sono imbattuta in due (contati), dicasi due musulmani riconoscibili,contro una marea di ebrei,centinaia di ebrei di piu’ fazioni:ortodossi ,rabbini,con il kippah etc etc.Ebbene a Wall Street ne ho visti tantissimi,come nel resto della citta’.Mi chiedo quel fatidico giorno che ha cambiato il mondo dove fossero!Sapevi che meta’ dei vigili del fuoco newyorkesi morti nelle Torri erano di origine italiana?Tu sicuramente si,io no.Non lo sapevo….

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4 risposte a Lettera ad un Amico

  1. pinoscaccia ha detto:

    già, le torri: mistero

  2. irisilvi ha detto:

    Accidenti Pino questo è uno scoop!!!Ma i misteri non erano priorita’ del Belpaese?
    (era l’unica ,l’ultima certezza rimasta)

  3. Enricostrat ha detto:

    Sai cosa mi ha colpito di ground zero ? I gazebo con le persone che distribuivano volantini sulla teoria del complotto. Sul fatto cioè che siano stati gli stessi Stati Uniti a organizzare il tutto (cosa peraltro affrontata in diversi libri e non del tutto priva di possibilità alla luce dei fatti).
    Nessuno li insultava, nessuno li infastidiva. E’ un diritto avere e diffondere la propria opinione. Avremmo da imparare.
    Ah….anch’io e morosa ci sentivamo a casa a Manhattan, pur venendo da Vicenza.
    Forse è un effetto diffuso.
    Belle foto.

  4. irisilvi ha detto:

    si Enrico ,questo aspetto degli States colpisce…..poi magari ,sono guerrafondai ma su certi principi non transigono.Ne avremmo da imparare……

    Sono una fotografa dilettante ma giuro,prima o poi migliorero’…..grazie!

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